Riporto la sintesi di un’ interessante discussione del Lab, riguardante la mia prima esperienza onirica, durante la quale mi sono ritrovato a comporre un haiku, sulla base di un ricordo , risalente ad almeno 15 anni fa.
Al mio risveglio, dopo aver fissato subito sulla carta quello che sentivo stava già svanendo, mi sono chiesto : e questo ? come lo devo considerare? è un haiku genuino? o è solo l’ombra del mio inconscio?
Dopo aver condiviso i miei dubbi nel gruppo, raccolto vari pareri e fatta una veloce ricerca finalizzata, ho scoperto che, secondo Michel Jouvet, considerato il massimo scienziato della funzione onirica, il sogno serve ad “imparare ad apprendere”, ovvero è quel meccanismo che la natura ha programmato per darci la possibilità, durante il sonno, di riordinare e rielaborare le nostre esperienze vissute.
Un haiku orico è allora genuino, perchè ha un qui e ora reale, che altro non è che la rielaborazione, durante il sonno, del nostro passato.
Inoltre un haiku onirico non è inquinato dalla mente duale, in quanto è il risultato di un processo biologico, che disattiva quasi del tutto il nostro sistema cognitivo e che fa emergere il nostro inconscio, ovvero la memoria profonda delle nostre esperienze.
Il cervello del sognatore mantiene questa memoria, ovvero l’immagine del sogno, finché non si verifica una nuova inserzione inconscia, il che spiega perché i sogni hanno le caratteristiche sia della continuità, sia di improvvisi cambi, anche all’interno di uno stesso sogno.
Quindi, questo mio haiku onirico
alba
il mare come la mente
senza increspature
nato mentre sognavo di ritrovarmi alle Maldive, è stato la rielaborazione, nel mio qui e ora di sognatore, di un’ esperienza che chiaramente mi aveva toccato nel profondo e che la mia mente ha riqualificato dopo 15 anni, in quanto ha deciso che era arrivato il momento di chiudere.
Per questo, io penso che gli haiku onirici siano haiku che riprendono momenti passati sospesi e sentiti inconsciamente come non completamente compiuti, in termini di esperienza.
Che haiku sia pratica del presente, per me è più che ovvio , ma mai mi sarei aspettato di scoprire che potesse essere anche pratica del passato e credo inoltre che la composizione di haiku onirici, sia anche l’unico modo, per riportare il nostro passato, alla genuinità del presente.