Anche se hai tre o quattro, o cinque o sette sillabe in più, non ti preoccupare se (il tuo haiku) suona bene. Ma se anche una sola sillaba è stantia, allora prestale tutta la tua attenzione.(M.Basho)
Basterebbe questo insegnamento di Basho per mettere una pietra tombale sulla regola del 5-7-5.
In realtà, considerando che la morfologia dell’italiano è molto diversa da quella della lingua giapponese, allora deve essere altrettanto chiaro che la regola del 5-7-5 perde completamente di ogni senso, se non scrivete haiku in giapponese.
L’italiano è più complesso e ricco, ad esempio, richiede articoli, preposizioni, pronomi, aggettivi possessivi e coniugazioni complesse, che invece il giapponese non ha, quindi le due lingue non sono isomorfe, come invece chi pratica il 5-7-5 come regola stretta per gli haiku, vuol far credere.
La musicalità di un haiku, dice Basho, supera qualsiasi regola metrica e a maggior ragione, se un haiku è scritto in italiano.
Scrivete poesie in italiano, aggiungo io, e non quei patetici telegrammi, che troppo spesso si leggono, solo per restare fedeli ad una forma che diventa farlocca, quando si esce dal contesto da cui ha avuto origine.
Idem per il kigo …ma questa è un’altra storia.
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