Muoviti come l’acqua,
silenzioso,
e percio`senza forma.
Che scompare: dove?
Improvvisamente: In quale luogo?
Elio Gottardi ha sollevato un quesito intrigante, a proposito del fatto, abbastanza evidente, che la maggior parte degli Haiku scritti da europei, malgrado rispettino la forma canonica del 5-7-5, siano in realta’ composti da due parti, e non da tre ku indipendenti ed autoconsistenti.
Questo sembra essere causato da molte ragioni, ma credo che la principale, sia un rispetto intransigente dell’ortodossia dello haiku.
Questa attenzione stilistica, non e`, a mio avviso, sbagliata in se`, ma rivela spesso un capovolgimento di prospettiva, e cioe“ anziche`essere il vuoto a creare la forma (haiku), e` la forma a pretendere di riprodurre il vuoto.
Questo si traduce in una perdita di genuinita` e di “potenza” evocativa dello haiku stesso.
In definitiva, piu` lo haiku e`costruito a tavolino, con un grande contributo mentale alla stesura, piu`perde di Makoto.
Il Makoto, non si inventa. C’e`, oppure no.
Non basta, a mio parere, nemmeno eliminare la forma canonica, o sgualcirla, o volontariamente spezzettarla, per dimostrare di essere liberi da condizionamenti.
Bisogna fare tabula rasa (vuoto) e “leggere” quello che appare sul foglio bianco (le immagini che ispirano lo haiku).
Cerchiamo di trasformare uno Haiku che non sia un vero 5-7-5 in uno che contenga tre ku autoconsistenti.
Nebbia d’ottobre-
te`allo zenzero
fuma nel fumo
In questo caso, i soggetti sono due, la nebbia ed il te`, che fuma: dove? Nella nebbia.
E’ certamente un’immagine esplicita e descrittiva, suggestiva, ma debole in essenza.
Cosa avro` voluto mostrare? La nebbia? Il te`? Il fumo del te`?
Se io scrivo, invece, lo haiku cosi` come l’ho percepito, nel mio momento di vuoto, diventa:
Nebbia d’ottobre-
te` allo zenzero-
fumo nel fumo
Ho creato tre ku autoconsistenti, con tre soggetti: nebbia, te`, fumo.
Ma non e` questa la differenza fondamentale.
La vera differenza e` l’essenza dello haiku, che in questo caso, e`limpida, senza orpelli: la coincidenza degli opposti, l’unita`.
Il fumo freddo della nebbia e quello caldo del te`, si fondono in uno.
Forse non ce ne accorgiamo, ma e` lo stesso sforzo di liberarci dai mentalismi, che ci libera.
In una condizione di vuoto, tutto e`unita`. Si dissolve la distinzione tra soggetto e oggetto, tra azione e reazione.
Le immagini sono come gocce d’acqua, bolle che appaiono, per poi dissolversi, o fondersi, l’una nell’altra.
Fotogrammi distinti, eppure confluenti. Se li lasciamo cosi`come li vediamo, senza abbellimenti, senza mentalismi, ecco che sorge dal vuoto l’essenza.
Pioggia d’ottobre-
gocce nella corrente
una sull’altra